La Madonna di Lonigo assisa in un prato con ai lati due oranti Sec. XV datato 1491
Evasione del carcere sec. XVI datato 1502
S. Antonio benedicente un frate infermo sec. XVI datato 1521
Antonio Zaccaria delle Ganbarare colpito dal calcio di un cavallo secolo XVI datato 1615
Gentiluomo assalito da cinque avversari armati sec. XVI- XVII
Devoto colpito da emorragia e ritratto nei pressi di una casa colonica sec. XVI-XVII
Devoto torturato ai piedi di una torre sec. XVII datato 1605
Operazione della cataratta sec. XVII datato 1674
Devoto risparmiato dal crollo della casa e della stalla sec. XVII datato 1699
Inferma nella camera riccamente arredata sec. XVIII datato 1719
Un fulmine entra in un cucinotto sec. XVIII
Carrozza investita da un treno sec. XIX datato 1893
Caduta da cavallo e ringraziamento di Stefano Cavaccione da Zimella sec.XVII(datato 1617)
Bambino feritosi con le forbici e risanato sec.XV
Contadino arrampicatosi su un albero sec.XV
Genitori in preghiera accanto al bimbo in culla sec.XVI(datato 1530)
Muratore caduto dal tetto della casa in costruzione sec.XVI(datato 1545)
Veliero veneziano nel mare in tempesta sec.XVII (datato 1693)
Malato di tisi assistito da una congiunta sec.XVIII (datato 1760)
Incidente al mulino sec.XVI(fine)
Devota precipitata dal balcone sec.XVIII (datato 1715)
Gentildonna in preghiera per il congiunto ammalato sec. XVIII (datato 1720)
Devoto ferito al capo dall'infisso staccatosi da una finestra sec. XIX (datato 1883)
Guarigione della Gentildonna Angiola Romana
Sec. XVII (datato 1617)
Ci troviamo davanti alla tavoletta più antica (1491) l'ex voto di Felipo Campese che con la moglie affianca in atteggiamento reverente la Vergine seduta all'aperto, sul prato, senza distinzione di spazio sacro rispetto ai fedeli. Neppure un accenno ai particolari dell' evento miracoloso: la Madonna, con la sua presenza autorevole e rassicurante, sancisce l'esaudimento del voto. L'atteggiamento è quello tradizionale con la mano sinistra a riparare l'occhio oltraggiato dal coltello dell'empio Gianantonio. La figura è liberamente trattata dal pittore e ha poca attinenza con l'affresco del miracolo, forse questo depone per una provenienza lontana dal Santuario.
E’ frequente il ricordo dell'intervento divino nelle vicissitudini giudiziarie, di devoti liberati in extremis dalla forca o dalla tortura o riconoscenti per una causa vinta in tribunale. Vian detto "Batocchio" riuscì ad evadere dal tetto del carcere con l’aiuto di complici e col metodo classico del lenzuolo attorcigliato ad un piede: intanto i congiunti ringraziano la Madonna mentre altri compagni di prigionia rimangono dietro le sbarre. La costruzione del carcere è resa con pochi particolari architettonici come il portico e i pilastri con capitello e i muri bugnati, mentre la finestrella con le inferriate è sproporzionata per dare risalto ai tre prigionieri dolenti, forse condannati all’esecuzione.
Il frate infermo è rappresentato nel suo letto di sofferenza, dal quale per nove giorni ha fatto voto di recarsi ai santuari della Madonna do Lonigo e di Treviso, di S. Antonio di Padova e di S. Gottardo di Trento; ricevuta la guarigione, implora elemosine e devozioni. L’intervento miracoloso è attribuito alla Madonna, che non è raffigurata nella posa tradizionale ma con Gesù Bambino in braccio, e a S. Antonio apparso nella camera del malato, con il giglio e il libro di preghiere in mano. La grande devozione popolare verso il Santo di Padova fa spesso associare la sua potenza taumaturgica a quella della Vergine nel risolvere le malattie più gravi.
E' una tavoletta molto bella sia per la sintetica ma esauriente descrizione che per la suggestiva parte descrittiva ricca di variazioni coloristiche.E' schematicamente divisa in due parti.Nei due terzi di destra è descritta la scena dell'incidente:Antonio con la striglia in mano traballa e sta per cadere sotto il violento colpo del doppio scalciare del suo cavallo spaventato dalla vivida fiamma. Forse il trauma è aggravato perchè l'uomo sbatte la schiena contro il palo di sostegno della stalla.Nella parte sinistra della tavoletta è effigiato un piccolo paesaggio scenograficamente scandito su quattro piani:un brullo terreno davanti seguito da una valletta delimitata da alberi in fiore e poi il borgo collinare posto ai piedi di alte montagne.Sopra appare la Madonna di Lonigo ben determinata dalla mano sinistra sul viso,il libro dei salmi e la corona sul capo.
E' una bella tavoletta che illustra una scena di drammatica dinamicità. Davanti ad una cortina di case, dipinte con ricchezza di particolari architettonici, che fa da sfondo, un gentiluomo, vestito con ricercatezza, è colto in atteggiamento di difesa. Regge nella destra una lunga lancia per tenere a bada cinque pericolosi personaggi in vario modo armati. La Madonna di Lonigo in alto a destra è anch'ella ripresa con espressione di manifesta apprensione per la sorte del devoto che a lei sta chiedendo di superare il gravissimo pericolo.
Un grazioso quadretto di campagna: in primo piano, una piccola casa colonica vicina ad un campo arato; in secondo piano, un villino con “brolo” recintato da muretto; sullo sfondo, brulle colline si stagliano in un cielo giallognolo- grigio. Vicino ad un muro sta un signore accovacciato, che vomita sangue. La Vergine appare inanellata di nuvole secondo la tradizionale iconografia. I particolari delle case, con i tetti, le piastrelle e il porticato ben delineati, e quegli alberi frondosi (morari?) rimandano ad una fattoria, il cui padrone è stato evidentemente colpito da emofilia.
Raffigurazione realistica di un condannato alla tortura. Sul cielo azzurrino è sospeso il povero uomo, mentre ai piedi di una torre ghibellina gli aguzzini sono intenti a tenere tesa la corda. A sinistra, seduti ad un tavolo, gli inquisitori sembrano accondiscendere con il gesto della mano a quanto avviene sotto loro occhi. Sopra di loro, al contrario, la Vergine, vestita di rosso e avvolta in un manto grigio, sembra che ritragga lo sguardo da quella scena orrenda. Come al solito, appare un cerchio di nubi grigio- biancastre, con uno sfondo color giallo- ocra, il cui splendore s’irradia anche nel cielo. Al centro, in basso, è leggibile la data con un nome scalfito: “BATISTA FILIPI 1605”.
Grande è il valore documentario, per la storia della medicina, di questa tavoletta che raffigura una operazione di cataratta compiuto da un chirurgo proveniente da Norcia, in Umbria. I chirurghi norcini della scuola di Preci, specializzata in oculistica, si formarono nella tradizione monastica di S. Benedetto nella valle Castoriana e si diffusero in tutta Europa, operando negli ospedali e nelle università. L’intervento esigeva grande perizia e mano fermissima , nonché l’aiuto divino che lo stesso chirurgo in cuor suo invocava.
L'ex-voto rappresenta il momento drammatico del crollo del tetto della stalla e di tutta la casa di Domenico Vanzero il cui cavallo rimane incolume sotto la frana dei coppi e dei travicelli. Il padrone si fa rappresentare però già salvo, in atteggiamento riconoscente all'esterno della dimora, in un cortile recintato.L'abbigliamento curato con la sopravveste con bottoni e risvolti, e l'esibizione della proprietà depongono per una classe sociale di tutto rispetto.La Vergine è rappresentata nella posa tradizionale con il libro dei salmi e la mano a proteggere l'occhio; immersa in una aura dorata e con aureola luminosa, è isolata da un corteggio di nuvole che incorniciano lo spazio sacro dell'apparizione.
La camera è signorilmente arredata con mobili intagliati (letto, inginocchiatoio, tavolo), due quadri delle cornici elaborate, vasetti e recipienti. Sul davanzale della finestra spicca un vaso di fiori e, sullo sfondo, si notano le fronde di un albero e la cuspide di un campanile. L’ammalata sta su un grande letto, dalla coperta giallo- oro, con le braccia aperte. In alto, a sinistra, la Vergine miracolosa e il Crocifisso mandano i loro raggi benefici da un alone luminoso circondato da nuvole bianche. L’insieme della composizione è equilibrata e mostra colori piuttosto tenui: dall’azzurrino delle pareti al rosato del pavimento. Perfino la scritta “ex voto 7 agosto 1719” elegantemente impressa in una cassapanca.
La scena è movimentata e spettacolare. In una grande cucina, appartenente forse ad un'abitazione signorile, troneggia al centro un camino con la cappa che raggiunge il soffitto travato. A destra, una porta aperta dà sul giardino;a sinistra c'è una finestra chiusa. Vicino a un grande portale e attorno ad una lunga tavola si sta svolgendo un dramma: un fulmine corre sul pavimento e colpisce uno dei commensali che finisce a terra con sedia e piatti; gli altri hanno tutti le mani alla testa in segno di spavento. Il fulmine, materializzato con demonietti rossi, dopo aver zigzagato per la stanza, va verso la madia di sinistra e fa piombare a terra alcuni piatti, poi imbocca l'uscita del camino. Nell'angolo in alto, a sinistra, appare la Madonna di Lonigo nel solito atteggiamento e manifesta la sua protezione attraverso raggi luminosi. E' sovrastata da due teste alate di angioletti.Nel cartiglio, sul margine inferiore, la scritta dedicatoria è quasi illegibile.
Nell’attraversare una strada una carrozza trainata da un cavallo finisce a scontrarsi con un treno. I macchinisti hanno tentato una frenata improvvisa, riducendo i danni. In ogni caso, due donne e un bambino sono finiti a terra, mentre gli altri passeggeri della carrozza sono rimasti illesi. La locomotiva continua a sbuffare, solcando il cielo azzurro con il suo fumo nero. Ma in quel cielo, a sinistra, appare tra le nuvole la Vergine di Lonigo, vestita di rosso e col mantello blu. La corona sopra il suo capo è sorretta da due angioletti. Sul margine, in basso, è segnata la data con indicazione “per grazia ricevuta”.
E’ una delle due tele che furono portate al Papa nel 1618 per documentare i miracoli più strepitosi della Vergine di Lonigo; l’episodio accaduto a Stefano Cavaccione di Zimella ci riporta ad una settimana dopo il prodigio del 1°maggio 1486, quindi all’aurora della consolante stagione dei miracoli, mai interrotta. Come dice la tradizione, questo gentiluomo stava transitando sul ponte della mola, quando il suo cavallo fu spaventato, forse dalla corrente del fiumiciattolo, e lo disarcionò;raccolto su una barella improvvisata, poiché aveva avuto rotto il filo della schiena ed era immobilizzato,il ferito chiese di essere portato a quel rudere di chiesa dove una settimana prima la Vergine ferita all’occhio,aveva versato il suo sangue, e, giunto davanti all’immagine profanata, si rialzò risanato.
Lo sfondo è quello di una città dai prestigiosi palazzi bugnati, con lo scorcio in prospettiva di una via chiusa da una chiesa. Nello slargo di una piazza sono compresenti la scena del dramma e la serena soluzione(da destra a sinistra):una madre spaventata porta in braccio un bambino ferito al collo dalle forbici che tiene ancora in mano mentre il sangue sgorga sulla vestina verde. Il padre nerovestito guarda ansioso il figlio e congiunge le mani in preghiera implorante. A sinistra, sulla stessa piazza, la Madonna è assisa in trono, coperta da un prezioso manto orlato d’oro e col Bambino sorridente, aureolato di rosso, con le braccine tese verso il fanciullo risanato che, dalle braccia del padre, offre le forbici che sarebbero state la causa della sua morte se non fosse intervenuto il miracolo.
Nella campagna invernale troneggia questo albero reso con verità naturalistica: forse è un gelso, più verosimilmente un salice dai rami elastici, le cui propaggini servivano a legare vigne e fascine, nonché a intrecciare cesti e gabbie. L’uomo è piuttosto elegante con una giubba verde di velluto, tratti signorili, l’incidente fu dovuto all’arnese da taglio e l’intervento miracoloso fu attribuito alla Madonna, rappresentata genericamente e ingenuamente col Bimbo aureolato; le nuvole sono curiosamente rese con una serpentina azzurra.
La scena rappresenta il dramma della malattia di un bambino su cui trepida la madre,mentre il padre invoca la celeste protezione e risoluzione. Accurati gli abiti delle persone, segno di classe benestante, ma ancor più interessante la culla a dondolo verde con il simbolo di San Bernardino sulla testiera sagomata a volute. Lo sguardo della madre è dolce e preoccupato, come tesa a spiare ogni gesto del piccolo gravemente malato, adagiato su fine e confortevole biancheria. La data può essere confermata al 1520 o spostata al 1530.
L’ex-voto raffigura il momento del grave incidente della caduta all’indietro dal tetto su cui Bastian de Tognazzo stava legando i travi di copertura. La casa è resa con puntigliosa precisione, compresi i materiali(cotto e legno), i punti di legatura e lo spago ancora in mano al muratore. Da notare come lo sguardo capovolto sia in collegamento con l’apparizione sacra prontamente invocata.
La tavoletta di ambito marinaresco, rara per il Santuario di Lonigo. Veramente veridica e drammatica risulta la rappresentazione del grande galeone sbattuto e travolto nella notte dal mare in tempesta. Sul pennone sventola ben visibile la bandiera con il leone di San Marco. Le onde tumultuose hanno coricato il veliero nel fianco destro, le vele sono in parte raccolte sugli alberi ma una è gonfiata dal fortunale. Alcuni marinai e una matrona sulla tolda pregano devotamente implorando la salvezza. La Madonna di Lonigo, incoronata, compare nel nimbo in alto a sinistra affiancata da S.Antonio, caratterizzato dal giglio e dal libro dei salmi.
Su un letto con alte colonne concluse con pomi d’ottone, sta un uomo di famiglia benestante inginocchiato,sconquassato dallo sbocco di sangue, con le mani alla testa. La moglie sta invocando intensamente la Madonna dei Miracoli. A sinistra s' intravede un cartiglio con lettere illeggibili.
E' un scena molto movimentata che mostra, un paesaggio dominato dalla centralità del fiume. In primo piano si nota un grande isolotto su cui poggia un ponte attraversato da un viandante. In secondo piano, tra una grande casa a destra e una piccola a sinistra, è sospesa una piattaforma su cui alcuni operai stanno lavorando per sollevare con la carrucola un uomo molto probabilmente caduto nell’acqua. Le ruote vicine alle case indicano chiaramente che si tratta di un mulino: a destra infatti appare un asinello per trasportare i sacchi di granaglie. Nello sfondo si notano altre case e il fiume che con linea serpentina si perde sulla linea più chiara dell’orizzonte. Nel cielo oscuro, in alto a sinistra, c’è la Vergine di Lonigo raffigurata in un cerchio di nubi grigio-chiare: anch’essa avvolta da un manto nerastro come il fiume, guarda con occhio benigno al luogo dove si è sfiorata la tragedia.
Una donna precipita dal balcone di una casa signorile, dalle pareti ricoperte di bugnato gentile. E' crollato il ballatoio ed e' rimasta in bilico una lastra di pietra. Il suo volto e la sua mano sinistra sono rivolti alla Madonna dei Miracoli, che compare nel suo cerchio di nuvole. Nell'angolo, in basso a destra, risalta la scritta dedicatoria in bianco cartiglio.
Un piccolo malato mostra solo la testa appoggiata al cuscino, messa in risalto dal biancore delle lenzuola. Ai piedi del letto, una nobildonna sta pregando la Madonna su un inginocchiatoio e tiene un libro aperto tra le mani. In un angolo in alto, a sinistra, la Vergine e’ tra le nuvole bigie incoronata e con un libro alla mano destra.
Interno di una casa signorile, in cui si notano un pavimento alla veneziana e una parete con due finestre tra cui troneggia una grande specchiera “stile impero”. Dall’alto scendono, a ricoprire i vetri, eleganti tendine di pizzo. Un uomo sta per aprire la finestra di sinistra, ma cade l’infisso superiore e lo colpisce alla testa. La Madonna incoronata di lonigo, racchiusa in un piccolo semicerchio di nuvole, in alto, in un angolino a destra, interviene misericordiosa. Il graziato le dedica la tavoletta con parole latine che appaiono scritte sul pavimento a destra.
Davanti all’altare la matrona esibisce un seno pieno e sano, valorizzato dall’abito scuro e dalla posa piuttosto teatrale. Lo sguardo è completamente calamitato dalla Vergine, la testa girata di profilo, un velo impalpabile a coprire la chioma nobilmente acconciata. Una quinta spoglia e grigia separa nettamente le due scene. A sinistra è rappresentato il culmine del dramma quando la nobildonna giunse da Roma con le ultime forze, sorretta da tre ancelle dallo sguardo abbassato e rispettoso. Al pallore del volto, le palpebre abbassate, al corpo accasciato si aggiunge la smisurata piaga che occupa tutta la mammella sinistra col tumore “penetrato sino alle viscere”. Lo sfondo è un cielo tempestoso, la cui densa nuvolaglia poteva provenire solo dall’ambito veneziano.
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La Madonna di Lonigo assisa in un prato con ai lati due oranti Sec. XV datato 1491
Ci troviamo davanti alla tavoletta più antica (1491) l'ex voto di Felipo Campese che con la moglie affianca in atteggiamento reverente la Vergine seduta all'aperto, sul prato, senza distinzione di spazio sacro rispetto ai fedeli. Neppure un accenno ai particolari dell' evento miracoloso: la Madonna, con la sua presenza autorevole e rassicurante, sancisce l'esaudimento del voto. L'atteggiamento è quello tradizionale con la mano sinistra a riparare l'occhio oltraggiato dal coltello dell'empio Gianantonio. La figura è liberamente trattata dal pittore e ha poca attinenza con l'affresco del miracolo, forse questo depone per una provenienza lontana dal Santuario.