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Museo degli Ex-Voto

Alcune delle tavolette esposte Alcune delle tavolette esposte La preziosa collezione degli ex voto di Madonna giunta fino a noi è per la maggior parte composta da tavolette dipinte.
Sono 353 pezzi compresi nell'arco di tempo che va dal 7 maggio 1486 (ex voto di Stefano Cavaccione da Zimella) al 1893 (ex voto della carrozza investita dal tram). Vi sono anche due piccole tele, datate 1617, di mano non popolare, che ripetono la rappresentazione del miracolo di Stefano Cavaccione e quello della nobildonna Angiola Romana.

Essi, accanto agli immancabili piccoli gioielli (catenine, orecchini ecc.), ai cuori d'argento o ricamati, agli oggetti più disparati crudi testimoni delle passate malattie o degli scampati pericoli, testimoniano che anche qui a Madonna, sparso per tutta la chiesa era presente quel variopinto universo degli ex voto che fin dai tempi antichissimi gli uomini hanno accumulato nei luoghi sacri per una esigenza di testimoniare una speranza o ancor più spesso per tramandare la certezza di un sopravvenuto miracolo.

ex voto La raccolta leonicena si pone tra le maggiori italiane sia per la quantità (solo una quindicina di santuari supera i 500 pezzi) sia per la qualità e l'interesse storico-artistico e devozionale. La maggior parte delle tavolette di Lonigo appartiene ai secoli XV-XVIII perchè con la cessione del monastero nel 1773 alla famiglia Balbi-Valier, la raccolta subì un drastico arresto.

Possiamo immaginare che i devoti portassero gli ex voto al santuario durante un'apposita visita di ringraziamento, oppure in occasione di una delle tre grandi feste annuali della Vergine: l'Annunciazione, l'Assunzione e la Natività, durante le quali erano peraltro previste apposite cerimonie di accoglimento dei voti.

ex voto In queste giornate, corrispondenti al 25 marzo, 15 agosto e 8 settembre, si svolgevano anche le cosiddette "fiere della Madonna" e quindi giungevano pellegrini e commercianti da tutto il circondariato e dai limitrofi territori del trentino e del mantovano.

Certamente tra le numerose e variopinte bancarelle, tra il bestiame di tutti i tipi, le giostre ed i saltinbanchi, erano presenti anche i venditori di ex voto: sia coloro che offrivano le anatomiche ripetitive lamelle, sia quelli che con pochi tocchi ed idonee scritte personalizzavano le tavolette, magari già in parte dipinte con la tipica immagine della Madonna che si copre il viso con la mano sinistra.
Ma il rustico pittore poteva essere anche un qualche umile fraticello olivetano, oppure un artigiano che aveva la sua bottega a Lonigo o a S.Bonifacio. Certamente si possono riconoscere gruppi di tavolette dovute alla stessa mano e forse si potrebbero trovare strette affinità stilistiche anche con le tavolette di altri santuari veneti, a prova del peregrinare di quegli antichi madonnari da fiera.

Il Museo degli ex-voto (sacrestia vecchia) è stato inaugurato nel 1997, dopo una serie di interventi di restauro, sotto la guida delle Soprintendenze competenti.

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